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Hilde Spiel

Nasce a Vienna il 19 novembre 1911 in una famiglia di ebrei benestanti, assimilata da generazioni e convertitasi al cattolicesimo prima ancora della sua nascita. Il padre, l'ingegnere Hugo F. Spiel, era stato ufficiale dell'esercito austroungarico durante la prima guerra mondiale. Hilde Spiel riceve un'educazione laica e liberale. Dopo aver conseguito la maturità presso la famosa scuola fondata dalla femminsita Eugenie Schwarzwald (la „Schwarzwald-Schule"), studia filosofia, germanistica e psicologia all'Università di Vienna, dove segue le lezioni di Karl Kraus, di Karl Bühler e del filosofo Moritz Schlick, il rinomato rappresentante del neopositivismo logico che nel 1936 verrà ucciso con uno sparo da un suo ex studente davanti all'edificio dell'Università.

Nel 1933 pubblica il suo primo romanzo Kati auf der Brücke per il quale riceve l'ambito premio letterario "Julius Reich". Il romanzo ricostruisce l'ambiente degli intellettuali austriaci che negli anni Venti e Trenta gravitava intorno al "Caffé Herrenhof", non lontano dalla „Schwarzwald-Schule". Punto d'incontro di scrittori, artisti, giornalisti e di ragazzine precoci come Kati, il microcosmo del Caffé riproduce il dinamismo e insieme le tensioni di quegli anni attraverso uno spaccato su un mileu che era ben noto alla giovane scrittrice. Ancora nel 1933 Spiel entra a far parte del Partito Socialdemocratico e inizia a collaborare con la "Wirtschaftspsychologische Forschungsstelle" (Istituto di Ricerca di Psicologia dell'Economia) dell'Università, finché, nel 1934, l'Istituto viene chiuso. Scrive racconti brevi che pubblica sulla «Neue Freie Presse» o sul «Neuer Wiener Journal» e altri quotidiani viennesi di orientamento liberale e, pertanto, relativamente aperti ai contributi femminili. Tra i suoi autori preferiti si contano Hugo von Hofmannsthal, Arthur Schnitzler, Virgina Woolf, Lev Tolstoj e Fëdor Dostoevskij. Nel 1934, poco dopo l'assassinio di Dollfuß, si fidanza con lo scrittore tedesco Peter de Mendelssohn che sposa due anni dopo. Nel 1936 consegue anche la laurea in filosofia col massimo dei voti. La politica antisemita del governo austriaco, insieme all'omicidio di Moritz Schlick, spinge la coppia ad emigrare in Inghilterra nell'autunno di quello stesso anno. Prima però, Hilde Spiel si reca in Italia con un amico, molto più anziano di lei, una specie di mentore che nelle memorie chiama sempre «il mago». Nonostante Mussolini prepari l'esercito per la Guerra civile in Spagna e il fascismo costituisca la dolorosa realtà politica del paese, Spiel non si lascia distogliere dalla sua "Kunstreise" che dura varie settimane. Visita Venezia, Firenze, Perugia, Roma, infine Capri dove fa la conoscenza di Alberto Moravia, col quale rimarrà poi in contatto epistolare.

Quando si stabilisce con de Mendelssohn nella capitale britannica, la venticinquenne Hilde Spiel ha già al suo attivo poesie, racconti e tre romanzi. Il secondo, intitolato Der Sonderzug e ispirato da un breve viaggio a Parigi nella primavera del 1933, viene rifiutato a causa dei suoi contenuti politici dalla casa editrice Zsolany, che subisce le pressioni della dittatura austrofascista. Der Sonderzug non sarà mai pubblicato. Il terzo romanzo invece era uscito a Vienna nel 1935 col titolo Verwirrung am Wolfgangsee (ripubblicato nel 1961 col nuovo titolo Sommer am Wolfgangsee). Flöte und Trommeln, quarto romanzo della serie, è stato scritto in parte nel Salzkammergut, dove Spiel trascorre le ultime settimane prima di emigrare, in parte a Londra, e si ispira alle impressioni raccolte dall'autrice durante l'esperienza italiana. Flöte und Trommeln rappresenta infatti il confronto letterario di Hilde Spiel col fascismo italiano. Anche se il manoscritto è in tedesco, il testo esce in una prima edizione in lingua inglese nel gennaio del 1939, presso la Hutchinson & Co. di Londra col titolo Flute and Drums. La versione tedesca, invece, viene pubblicata a Vienna nel medesimo anno.

Durante l'esilio scrivere diventa per Spiel una vera e propria professione, anche se, nonostante la fama che presto si guadagna come giornalista e saggista, preferisce dedicarsi ai romanzi. Nel 1938 nasce la figlia Christine, futura traduttrice in lingua inglese di alcuni tra i libri più importanti della madre, nel 1944 il figlio Felix. Divenuta rapidamente padrona dell'inglese, Spiel lavora come corrispondente di guerra per il quotidiano «New Statesman» ed è in questa veste che nel 1946 farà ritorno in Austria. Nel frattempo, nel 1941, aveva ottenuto la cittadinanza britannica. A Vienna conosce il critico Hans Weigel, anche lui rimpatriato dall'esilio. Rientrata a Londra, il 7 marzo 1946, Hilde Spiel comincia a scrivere nella forma del resoconto di viaggio l'esperienza del ritorno in patria. Il testo uscirà nel 1968 col titolo Rückkehr nach Wien.

Dalla fine del 1946 fino al 1948 vive a Berlino, dove ha accompagnato il marito che è stato richiamato in Germania per contribuire alla ricostruzione della stampa. Qui Spiel lavora anche come critica teatrale per il quotidiano «Die Welt», di cui de Mendelsssohn è redattore capo, e diviene presto una delle protagoniste della vita culturale della città divisa.

Nell'estate del 1948 fa ritorno a Londra e scrive come corrispondente per le pagine culturali di diverse testate tedesche come la «Weltwoche» o la «Süddeutsche Zeitung». Welt im Widerschein (1960) è il primo dei volumi che raccoglie gran parte degli articoli e saggi scritti da Spiel, il secondo uscirà molti anni dopo col titolo In meinem Garten schlendernd (1981). Nonostante le tiepide reazioni della critica, compreso il futuro amico Reich-Ranicki che all'uscita del romanzo Lisas Zimmer non le risparmia giudizi severi, Spiel tiene molto di più alla sua attività creativa che a quella giornalistica, nella quale eccelle e per la quale ancora oggi si ricorda. Nel 1961 esce il suo romanzo più famoso e più tradotto, col titolo The darkened Room. Ispirato da un viaggio compiuto negli USA nel 1952, scritto nel 1958 e tradotto in tedesco dalla stessa Spiel nel 1965, Lisas Zimmer, titolo della versione tedesca, è un "Emigrantenroman", nel quale si rappresenta la situazione degli esuli tedeschi e austriaci a New York dopo la seconda guerra mondiale.

Durante gli anni Cinquanta acquista una casa di vacanza presso il Wolfgangsee nel Salzkammergut, dove coltiva contatti e amicizie con scrittori come Alexander Lernet-Holenia, suo vicino di casa, o il promettente Thomas Bernhard. Nel 1961 esce il volume di memorie Die hellen und die finsteren Zeiten. Erinnerungen 1911-1946 (ripubblicato poi nel 1989) e nel 1962 la biografia Fanny von Arnstein oder die Emanzipation. Ein Frauenleben an der Zeitenwende 1758-1818, che Reich-Ranicki ha sempre ritenuto uno dei suoi libri migliori, anche se meno conosciuto. Intanto Spiel si afferma come una delle più quotate giornaliste e critiche letterarie del dopoguerra. Decisivo è il contibuto che ha dato in questa veste alla popplarità dello scrittore Heimito von Doderer.

Nel 1963 si stabilisce definitivamente a Vienna, dove continua a lavorare come corrispondente per la «Frankfurter Allgemeine Zeitung», oltre che per la «Weltwoche» di Zurigo, per «Theater heute» o per «The Guardian». Tra i suoi saggi più famosi si ricordano: Das vertauschte Werkzeug. Schriftsteller in zwei Sprachen (1973), sul forzato bilinguismo degli scrittori in esilio, e il testo della conferenza Psychologie des Exils tenuta a un convegno sull'esilio organizzato a Vienna nel 1975. Dopo il divorzio da Peter de Mendelssohn, nel 1971 sposa in seconde nozze lo scrittore Hans Flesch-Brunningen, che purtroppo morirà solo dieci anni dopo. E‘ stata Segretario generale del PEN-Club degli scrittori austriaci dal 1966 al 1971, anno in cui ne diviene Vicepresidente. Quando poi, nel 1972, viene fortemente ostacolata nella candidatura a presidente, Spiel abbandona il gruppo ed entra a far parte del PEN-Zentrum della Repubblica Federale Tedesca. Contemporaneamente è attiva anche per il P.E.N.-Club internazionale. Insieme a Heinrich Böll si batte per la liberazione degli scrittori incarcerati per dissidenza. E' anche membro della «Deutsche Akademie für Sprache und Dichtung» di Darmstadt.

Negli anni Ottanta riceve vari premi letterari tra cui il 1988 «Großer Literaturpreis der Bayerischen Akademie der Schönen Künste». Continua a scrivere racconti come Mirko und Franca, ambientato a Trieste (1980), romanzi come Die Früchte des Wohlstands (1981), piccoli drammi come Anna und Anna (1988) e un secondo volume di memorie intitolato Welche Welt ist meine Welt? Erinnerungen 1946-1989 che vede uscire poco prima della morte avvenuta a Vienna il 30 novembre 1990.

Opere
Kati auf der Brücke, romanzo, 1933
Verwirrung am Wolfgangsee, romanzo, 1935
Flöte und Trommeln, romanzo, 1939 (ingl. Flute and drums, 1939)
Sir Laurence Olivier, saggio, 1958
Welt im Widerschein, antologia di saggi, 1960
Die hellen und die finsteren Zeiten. Erinnerungen 1911-1946, memorie, 1961 e 1989
Fanny von Arnstein oder Die Emanzipation, biografia, 1962
Lisas Zimmer, romanzo, 1965 (ingl. The darkened room, 1961)
Rückkehr nach Wien, resconto di viaggio, 1968
Mirko und Franca, racconto, 1980
Die Früchte des Wohlstands, romanzo, 1981
In meinem Garten schlendernd, raccolta di saggi, 1981
Englische Ansichten. Berichte aus Kultur, Geschichte und Politik, reportages, 1984
Ortsbestimmung. Weilheimer Hefte zur Literatur, saggi, 1984
Der Mann mit der Pelerine und andere Geschichten, racconti, 1985
Der Baumfrevel Neues Kapitel Aus Einem Ungeschriebenen Buch, 1987
Anna und Anna, dramoletto, 1988
Venedig, Theater der Träume, saggio, 1988 (con Giosanna Crivelli e Thomas Klinger)
Welche Welt ist meine Welt? Erinnerungen 1946-1989, memorie, 1990
Die Dämonie der Gemütlichkeit. Glossen zur Zeit und andere Prosa, saggi, 1991
Das Haus des Dichters. Literarische Essays, Interpretationen, Rezensionen, saggi, 1992
Hilde Spiel - die grande dame. Gesprach mit Anne Linsel in der Reihe "Zeugen des Jahrhunderts", interviste, 1992
Briefwechsel, carteggio, 1995

Edizioni
England erzählt, Frankfurt a. M., 1960
William Shakespeare, König Richard III, Frankfurt a. M. et. al., 1964
Der Wiener Kongreß in Augenzeugenberichten, Düsseldorf, 1965
Die zeitgenössische Literatur Österreichs, Zürich et.al., 1976

Traduzioni in italiano
La camera di Lisa, Milano, 1968
Mirko e Franca, Trieste, 2003

Scelta bibliografica
Bellaria, Marta, L'opera pubblicistica di Hilde Spiel, Milano, 1993/94.
Critchfield, Richard D., Hilde Spiel's «Die hellen und die finsteren Zeiten 1911-1946»: The Struggle for Self-realization and the Crisis of Multiple Identities, in Id., When Lucifer Cometh. The Autobiographical Discourse of Writers and Intellectuals Exiled During the Third Reich, New York et. al, 1994, pp. 91-99.
Everding, August, Menuette der Gefühle. Matinee mit Hilde Spiel, «Literatur in Bayern», 18.XII.1989, pp. 6-9.
Howells, Christa Victoria, Heimat und Exil ihre Dynamik im Werk von Hilde Spiel, Ann Arbor, 1998.
Klinger, Kurt, Bekenntnis zu Hilde Spiel, in Id., Theater und Tabus. Essays, Berichten, Reden, Eisenstadt-Wien, 1984, pp. 205-214.
Kraus, Candida, [recensione di Mirko und Franca], «Literatur und Kritik», 16, 1981, p. 153.
Kricheldorff, Hans, [recensione di Die Früchte des Wohlstands], «Neue deutsche Hefte», 28, 1981, 2, pp. 377-378.
Kruntorad, Paul, Hilde Spiel. Prosa in Österreich seit 1945, in Die zeitgenössische Literatur Österreichs (2 voll), Frankfurt am Main, Fischer, 1980.
Lietzmann, Sabine, Chronistin zweier Welten. Hilde Spiel zum 60. Geburtstag, FAZ, 19.10.1971.
Pabisch, Peter, Hilde Spiel. Femme de Lettres, MAL, 19, 1979, 3/4, pp. 392-421.
Id., Hilde Spiels «Rückkehr nach Wien», eine besondere Thematik des Exils, in Exil. Wirkung und Wertung. Ausgewälte Beiträge zum fünften Symposium über deutsche und österreichische Exilliteratur, a cura di D. G. Daviau e L. M. Fischer, Carolina, Camden Huse, 1985, p. 173-183.
Reich-Ranicki, Marcel, Laudatio auf H. Spiel zum 70. Geburtstag, «Börsenblatt f. den deutschen Buchhandel», 38, 1982, 5, pp. 148-151.
Id., Über Hilde Spiel, München, 1991.
Id., Reden auf Hilde Spiel, München, 1991.
Strickhausen, Waltraud, Im Zwiespalt zwischen Literatur und Publizistik. Deutungsversuche zum Gattungswechsel im Werk der Exilautorin Hilde Spiel, «Exilforschung. Ein internationales Jahrbuch», 7, München, 1989, pp. 166-183.
Id., «Das Exil ist eine Krankheit». Zu Hilde Spiels Darstellung der psychischen Auswirkungen des Exils, in Zwischenwelt 4. Literatur und Kultur des Exils in Grossbritannien, a cura di S. Bolbecher et. al. Wien, 1995, pp.141-158.
Id., Die Erzählerin Hilde Spiel oder «Der weite Wurf in die Finsternis», New York ; Washington, DC/Baltimore; San Francisco; Bern et. al., 1996.
Wall, Renate, Lexikon deutschsprachiger Schriftstellerinnen im Exil 1933- 1945, Gießen, 2004.
Zeller, Eva, Nicht Figur geworden. Laudatio auf Hilde Spiel, «Jb. Der Dt. Akademie f. Sprache und Dichtung», 1981, 2, pp. 63-66.
Zimmer, Heidi, Hilde Spiel, in Neues Handbuch der deutschprachigen Gegenwartsliteratur seit 1945, München, 1990, pp. 1040-1042.

Sitografia
http://www.fembio.org
http://www.literaturepochen.at/exil/a5075.html
http://diepresse.com/home/kultur/literatur/546125/Hilde-Spiel

(foto: www.mediathek.at)