Exilpresse
Tra il 1933 e il 1950 si riscontrano circa 400 riviste che possono essere inquadrate più o meno nella categoria della Exilpresse. Con questo termine si intendono le riviste pubblicate dagli intellettuali tedeschi durante il loro esilio. La maggior parte di esse nasce dalla nuova esperienza dell’emigrazione e risponde tanto alla necessità di rendere noto all’opinione pubblica di tutto il mondo il vero stato in cui versa la Germania hitleriana, ovvero informare sul terrore nazionalsocialista e mettere in guardia gli altri paesi sul pericolo bellico costituito dalle mire hitleriane, quanto a quella di raccogliere in un forum ideale le opinioni degli intellettuali emigranti.
La maggior parte delle riviste
nasce durante l’esilio. Alcune, tuttavia, come nel caso di Die neue Weltbühne o di Das Neue Tage-Buch,
mantengono un legame con la loro storia editoriale precedente – si tratta in
questo caso della rifondazione di una rivista già presente in Germania,
costretta però dalla nuove condizioni politiche ad emigrare.
A partire dal 1933, in ogni parte
d’Europa vengono avviate imprese editoriali e fondate riviste dell’emigrazione.
Kurt Tucholsky giudicò con scetticismo il proliferare tanto repentino di un
numero consistente di riviste, ravvisando nelboom della pubblicistica dell’esilio
l’indice della dispersione degli emigranti, i quali, piuttosto che raccogliersi
in un unico forum, testimoniavano con il numero crescente di riviste la
frantumazione e la predominanza di interessi particolaristici – tutti elementi
d’ostacolo per direzionare una lotta compatta al nazismo.
La geografia delle riviste
dell’esilio fu tanto vasta quanto quella dello spostamento degli emigranti.
Nella prima fase dell’ondata di esuli, dal 1933 al 1935, i luoghi di
predilezione furono i paesi a confine con la Germania. A Parigi, già nel ’33, fu
rifondata la rivista Das Neue Tage-Buch e nacque ex novo la rivista Die
Zukunft. L’Olanda, paese altresì prediletto dagli emigranti della
prima ora, accolse la rivista di Klaus Mann Die Sammlung, anch’essa
fondata nel ’33. In Svizzera, in Svezia, Unione Sovietica, Spagna, Inghilterra,
Usa, Cecoslovacchia sorsero una dopo l’altra riviste degli emigranti tedeschi.
Una dopo l’altra, allo stesso modo,
le riviste degli emigranti perivano. Le difficoltà finanziarie, alle quali ex
necessitateuna rivista in lingua tedesca all’estero andava
incontro, decretarono la rapida sconfitta di numerosi sogni editoriali. Delle
430 riviste dell’esilio molte ebbero vita breve e brevissima: 33 uscirono per
un solo numero, 43 resistettero tre mesi, 36 sei mesi, 79 per due anni, 56 fino
a tre anni. Solo 6 riviste sopravissero per tutta la durata del dodicennio
nero. I finanziamenti necessari alla sopravvivenza furono spesso elargiti dai
partiti di sinistra: è il caso di Das Wort,Internationale Literatur o Das Freie Deutschland. Altre
dal ricorso a finanziatori privati – emblematico il caso dellaSammlung supportata parzialmente dalla poetessa
svizzera Annemarie Schwarzenbach.
La Exilpresse ebbe un valore notevole per gli
emigranti, fungendo da collante nonostante la frantumazione politica e
ideologica e nonostante i numerosi spostamenti di un ‘gruppo’ sempre precario .
Il nostro sito seleziona quattro riviste: Die Sammlung, Das
Neue Tage-Buch, Die neue Weltbühne, Mass
und Wert. Offre una scheda introduttiva per ciascuna e si propone la
digitalizzazione integrale delle riviste suddette. Allo stato attuale la
comunità scientifica può usufruire dell’indicizzazione per sfoglio
sulle riviste Die neue Weltbühne e Die Sammlung. Nel corso del tempo ci proponiamo di completare l’indicizzazione integrale di Das
Neue Tage-Buch e Maß
und Wert, nonché la digitalizzazione integrale delle quattro
riviste.