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Mascha Kaléko

Golda Malka Aufen, nasce a Schidlow, in Galizia, (oggi la cittadina si trova in territorio polacco e porta il nome di Chrzanow), il 7 giugno 1907.

Dopo la prima guerra mondiale la famiglia si trasferisce in Germania, stabilendosi a Berlino. Mascha segue dei corsi presso la comunità ebraica, si iscrive e frequenta corsi serali anche alla Humboldt Universität e, nel 1928, sposa l’insegnante ebreo Saul Aaron Kaléko.

A partire dal 1929 la «Vossische Zeitung» e il «Berliner Tageblatt» pubblicano con regolarità le sue poesie che descrivono la vita comune delle persone dell’epoca, in particolare quella del mondo impiegatizio, cogliendo l’atmosfera della Berlino degli anni Venti. Apprezzata da autori a lei contemporanei come Else Lasker-Schüler, Thomas Mann, Alfred Polgar, Hermann Hesse, acquista fama anche grazie alla frequentazione di caffè letterari come il ‘Romanisches Cafè’, dove fa la conoscenza di Kurt Tucholsky ed Erich Kästner.

Nel 1933 viene pubblicata la sua prima raccolta di poesie, Das lyrische Stenogrammheft, che finisce in seguito nell’indice dei libri proibiti dal nazionalsocialismo e viene quindi pubblicamente bruciata. Due anni dopo esce Das kleine Lesebuch für Grosse.

Nel 1938, in compagnia del secondo marito, il compositore e studioso di musica Chemjo Vinaver e del figlio che hanno avuto in quegli anni, la poetessa emigra negli Stati Uniti d’America. La famiglia vive in luoghi diversi prima di arrivare a stabilirsi nel Greenwich Village di New York, in un appartamento situato sulla Minetta Street, una strada  e un quartiere che lei ricorderà nella raccolta di brevi prose Der Gott der kleinen Webefehler.

Per un lungo periodo, il lavoro di Mascha è l’unica fonte di sostentamento economico per la famiglia. La poetessa redige testi pubblicitari, articoli per il giornale dell’esilio «Der Aufbau» e traduzioni. Le esperienze di vita lavorativa e letteraria durante l’esilio sono state rielaborate in seguito nella raccolta di poesie Verse für Zeitgenossen, pubblicata appena dopo la fine del secondo conflitto mondiale. La permanenza a New York viene interrotta da un breve periodo che la famiglia trascorre ad Hollywood, nella vana speranza di trovare fortuna come compositori nell’industria del cinema. Il fallimento di questo tentativo la riporta tuttavia a New York.

Nel 1956 la scrittrice fa ritorno per la prima volta a Berlino da sola. Quattro anni dopo viene eletta assegnataria del premio Fontane che lei però rifiuta a seguito della presenza di un vecchio ufficiale nazista nel comitato della consegna.

Nel 1960 la poetessa si trasferisce nuovamente, questa volta in Israele, per seguire il marito in alcune ricerche sui canti chassidici per sinagoga. Kalèko, che non conosce la lingua ebraica, vive quel periodo in completo isolamento, reso ancora più profondo dalla morte del figlio, nel 1968, e del marito, nel 1973.

Rimasta sola al mondo, la scrittrice non ritorna in Germania ma viaggia molto nel mondo di lingua tedesca. La morte la coglie mentre si trova a Zurigo, il 21 gennaio 1975.

 

Opere

  • Das Lyrische Stenogrammheft. Verse vom Alltag, poesie, 1933
  • Kleines Lesebuch für Große. Gereimtes und Ungereimtes, poesie, 1935
  • Verse für Zeitgenossen, poesie, 1945
  • Der Papagei, die Mamagei und andere komische Tiere, poesie, 1961
  • Verse in Dur und Moll, poesie, 1967
  • Das himmelgraue Poesiealbum der M.K , poesie, 1968
  • Wie's auf dem Mond zugeht, poesie, 1971
  • Hat alles seine zwei Schattenseiten, poesie, 1973

Pubblicati postumi

  • Feine Pflänzchen. Rosen, Tulpen, Nelken und nahrhaftere Gewächse, 1976
  • Der Gott der kleinen Webfehler, prose, 1981
  • In meinen Träumen lautet es Sturm. Gedichte und Epigramme aus dem Nachlaß, poesie, 1977
  • Horoskop gefällig?, poesie, 1979
  • Heute ist morgen schon gestern, poesie, 1980
  • Tag und Nacht Notizen, poesie, 1981
  • Ich bin von anno dazumal, poesie, 1984
  • Der Stern, auf dem wir leben, poesie, 1984

 

Scelta bibliografica

  • Bauschinger, Sigrid, Mascha Kaléko, in J.P. Spalek/ J. Strelka (Hrsgg.), Deutschsprachige Exilliteratur seit 1933, Bd. 2, New York, München/Bern, 1989. 
  • De Lucia, Stefania, "Wenn ich ‘Heimweh’ sage, sag ich Traum". Aspetti della lirica di Mascha Kaléko nell’esilio americano, in A. M. Carpi, G. Dolei, L. Perrone Capano (a cura di), La scuola dell’esilio. Riviste e letteratura della migrazione tedesca, Roma, 2009, pp. 231-250.
  • Drewitz, Ingeborg, Beinahe traurig, beinahe frech. Zum Tode Mascha Kalékos, in «Der Tagesspiegel», 23.1.1975.
  • Frankenstein, Alfred, Mascha Kaléko, in «Literatur + Kritik», 13, 1978.
  • Krüger, Horst, Berliner Augenblick, in Frankfurter Anthologie, 1976.
  • Nolte, Andreas, Mir ist zuweilen so als ob das Herz in mir zerbrach. Leben und Werk Mascha Kalékos im Spiegel ihrer sprichwörtlichen Dichtung, Bern/Berlin/ Wien u.a, 2003.
  • Rheinsberg, Anna, Mascha Kaléko, in «Emma», Nr.7, 1983.
  • Id., Wie bunt entfaltet sich mein Anderssein. Lyrikerinnen der zwanziger Jahre. Gedichte und Portraits, Mannheim, 1993.
  • Rosenkranz, Jutta, Mascha Kaléko, Biographie, München, 2007.
  • Wall, Ranate, Lexikon der deutschen Schriftstellerinnen im Exil 1933-1945, Gießen, 2004.
  • Zoch- Westphal, Gisela, Aus den sechs Leben der Mascha Kaléko (Biographische Skizzen, Tagebuch, Briefe), Berlin, 1988.

 

Sitografia

www.maschakaleko.com

www.exil-archiv.de

http://kaleko.magiers.de

www.dradio.de

www.fembio.org

www.phil-fak.uni-duesseldorf.de

 

 

(foto: http://kaleko.magiers.de/ )