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Veza Canetti

Venetiana Taubner-Calderon nasce il 21 novembre 1897 a Vienna. La madre è un'ebrea sefardita, il padre ha origini ungheresi.

Al termine della prima guerra mondiale, dopo aver completato gli studi liceali, lavora principalmente come insegnate di inglese. Ama la letteratura, è un’accanita lettrice, di bell’aspetto nonostante un handicap fisico al braccio che ne segna la costituzione sin dalla nascita.

Appassionata di scrittura, nel 1932 riceve il suo primo riconoscimento letterario per la novella Ein Kind rollt Geld: il lavoro ottiene infatti il secondo premio ad un concorso per racconti brevi, bandito dal quotidiano viennese «Arbeiter-Zeitung». Sullo stesso quotidiano, l’anno seguente, viene anche pubblicato il racconto Der Kanal. Negli anni immediatamente successivi appaiono molti altri racconti della giovane scrittrice, alcuni dei quali verranno poi riuniti in un romanzo unico dal titolo Die Gelbe Straße. La maggior parte dei racconti esce presso la casa editrice Malik, con gli pseudonimi di Veronika Knecht, Martha o Martina Murner o ancora  Veza Magd. A partire dal 1934, tuttavia, con il mutare delle condizioni politiche, i racconti di Veza non vengono più pubblicati, allo stesso modo i suoi romanzi Kaspar Hauser e Die Genießer. In seguito sono misteriosamente scomparsi, probabilmente distrutti dalla stessa autrice.

Si ritiene che gli ultimi suoi testi pubblicati in quegli anni siano stati il racconto Drei Helden und eine Frau, apparso sui «Neue Deutsche Blätter», e la traduzione dall’inglese di Die Macht und die Herrlichkeit di Graham Green.

Nel 1934 Veza conosce e sposa lo scrittore Elias Canetti, che ha ben otto anni meno di lei. Quanto i loro stili di scrittura e di pensiero si siano vicendevolmente influenzati per effetto della loro relazione è ancora oggi oggetto di accesa discussione. Del loro rapporto d’amore si raccontano invece le difficoltà e le crisi dovute ai continui tradimenti di Elias.

Nel 1938 la coppia emigra dapprima a Parigi – dove vive meno di un anno – e, l’anno successivo, a Londra.

Nello stesso anno Veza compone il romanzo Die Schildkrötren che, a causa dello scoppio della guerra, non può essere pubblicato.

Durante gli anni del conflitto la scrittrice si mantiene lavorando come insegnante di lingua, come curatrice della corrispondenza commerciale di alcune aziende, in seguito anche come lettrice per una casa editrice, nonché traduttrice e curatrice della posta del marito Elias. Nonostante abbia continuato a scrivere almeno fino al 1952, non rimane oggi alcuna traccia della produzione di quegli anni.

Veza Canetti muore a Londra il primo maggio del 1963, forse suicida, senza aver mai fatto ritorno a Vienna.

 

 

Opere

  • Die gelbe Straße, romanzo, 1989
  • Der Oger, dramma, 1990
  • Geduld bringt Rosen, racconto, 1991
  • Die Schildkröten, romanzo, 1999
  • Der Fund, racconti, 2001
  • Briefe an Georges, 2006 (con Elias Canetti)

 

Traduzioni in italiano

  • Le tartarughe, Venezia, 2000
  • La strada gialla, Venezia, 2001
  • La pazienza porta rose, Milano, 1993

 

Scelta bibliografica

  • Gürtler Christian/ Schmid-Bortenschlager, Sigrid, Erfolg und Verfolgung. Österreichische Schriftstellerinnen 1918-1945, Salzburg/ Wien/ Frankfurt am Main, 2002.
  • Heinz, Ludwig Arnold (Hg.), Veza Canetti, München, 2002
  • Mulot, Sibylle, Das Leben vor der Haustür, in «Die Zeit», 6. 4. 1990.
  • Spörk Ingrid / Strohmaier, Alexandra (Hg,), Veza Canetti (Franz-Nabl-Institut für Literaturforschung der Universität Graz), Graz, 2005.
  • Schweikert, Uwe, Die Entdeckung einer Dichterin,  in «Frankfurter Rundschau», 26.5.1990.
  • Silverman, Lisa, Zwischenzeit and Zwischenort: Veza Canetti, Else Feldmann, and Jewish writing in Interwar Vienna, in «Prooftexts: A Journal of Jewish Literary History», 26, Winter/Spring 2006, 1-2.

 

Sitografia

http://www.literaturhaus.at

http://www.perlentaucher.de

http://www.hakeillah.com

http://www.mostlyfiction.com

http://www.sagarana.it

http://www.morasha.it

http://www.aktion-patenschaften.de

http://www.exil-archiv.de

http://www.txt.de

 

 

 

(foto: Veza Canetti nel 1952, © Franz Baermann)