Victoria Wolff
Gertrude Victoria Victor nasce il 10 dicembre 1903 in una famiglia ebrea di Heilbronn e consegue il diploma di scuola superiore nel 1922. Seguendo le indicazioni paterne intraprende lo studio delle scienze naturali, che però interromperà per dedicarsi alla scrittura, sua passione fin dai tempi del liceo. Già negli anni Venti aveva infatti iniziato la carriera giornalistica pubblicando reportage per il quotidiano locale, la «Neckar-Zeitung», attività seguita da collaborazioni più importanti con riviste come «Frankfurter Zeitung», «Kölnische Zeitung», «Stuttgarter neue Tageblatt» e «Die Dame», e dalla trasmissione di storie brevi per l’emittente radiofonica Süddeutschen Rundfunk.
Nel 1932 pubblica il suo primo romanzo Eine Frau wie du und ich, utilizzando il cognome Wolff, ovvero quello del marito, un fabbricante di tessuti che ha sposato in quegli anni e dal quale ha avuto due figli. Alla comparsa di questa prima opera segue, l’anno successivo, quella di altri due romanzi, pubblicati con grande ritardo a causa della concomitante ascesa al potere del partito nazionalsocialista. Per impedire che i suoi figli debbano frequentare una scuola ariana, il 1 aprile 1933, Victoria Wolf lascia Heilbronn, senza il marito.
Il primo asilo di Victoria e dei suoi bambini è la città di Ascona, in Svizzera. E’ un periodo molto produttivo per lei: in questi anni compone, infatti, ben sei romanzi, tra i quali il principale, Gast in der Heimat. Secondo una chiara matrice autobiografica, vi si racconta l’esperienza dell’avvento del nazionalsocialismo in una piccola cittadina sveva e dell'emigrazione in Svizzera. Quando il libro viene pubblicato, nel 1935, finisce immediatamente nell’indice dei libri proibiti dal regime: ne consegue un divieto di pubblicazione che Wolff infrange scrivendo contributi per la stampa svizzera, in parte anonimi, in parte firmati con lo pseudonimo Trude Wolf. Denunciata alla polizia della confederazione elvetica, Wolf è costretta all’espatrio. Dopo due brevi soggiorni a Nizza e a Lisbona, riesce a scappare negli Stati Uniti d’America.
Nel 1945 si separa dal marito e dopo quattro anni sposa in seconde nozze il cardiologo berlinese Erich Wolff, che già dagli anni Quaranta esercitava la propria professione presso la colonia di emigranti stabilitasi Los Angeles. Grazie al marito, entra in contatto con altri emigranti tedeschi in America tra i quali Feuchtwanger, Thomas Mann, i coniugi Werfel, Ludwig Marcuse e Fritzi Massary. Di questi e di altri personaggi Victoria Wolff scrive piccoli ritratti, pubblicati periodicamente sulla rivista «Aufbau» di New York. In quegli stessi anni, mentre continua a scrivere, esordisce come sceneggiatrice e lavora, fra l'altro, per la 20th Century Fox e la MGM. Alla fine della seconda guerra mondiale fa spesso ritorno ad Heilbronn, ma non ritorna mai definitivamente in patria e muore a Los Angeles il 16 settembre 1992.
Opere
- Eine Frau wie du und ich, romanzo, 1932
- Mädchen wohin?, romanzo 1933
- Eine Frau hat Mut, romanzo ,1933
- Die Welt ist blau, romanzo, 1934
- Gast in der Heimat, romanzo, 1935
- Glück ist eine Eigenschaft, romanzo, 1937
- Drei Tage, romanzo, 1937
- And seven shall die, novella, 1943
- Spell of Egypt, novella, 1943
- König im Tal der Könige, romanzo, 1951
- Das weisse Abendkleid, romanzo, 1951
- Keine Zeit für Tränen, romanzo, 1954
- Stadt ohne Unschuld, romanzo, 1956
- Ein anderer Mann, romanzo, 1962
- Bräute für Amerika, romanzo, 1962
- Mutter und Tochter, romanzo, 1964
- Lügen haben lange Beine, romanzo, 1964
- Liebe auf Kap Kennedy, romanzo, 1970
Traduzioni in italiano
- La relazione, Bologna, 1967
Scelta bibliografica
- Heimberg, Anke, Emigration ist eine Entziehungskur - Leben und Werk der Exilschriftstellerin Victoria Wolff, in J. Spalek/ K. Feilchenfeldt/ S. Hawrylchak (Hg.), Deutschsprachige Exilliteratur seit 1933, 3, Zürich/ München, 2005.
- Hirschmann, Rudolf, Victoria Wolff, Bern, 1976.
- Wall, Ranate, Lexikon der deutschen Schriftstellerinnen im Exil 1933-1945, Gießen, 2004.
Sitografia
http://www.stadtarchiv-heilbronn.de
http://de.wikipedia.org
http://www.exil-archiv.de
( Foto: http://www.heilbronn.de )