Jenny Aloni
Jenny Rosenbaum, figlia di un commerciante ebreo, nasce a Paderborn il 7 settembre 1917. Già a partire dal 1933 aderisce alla causa sionista e nel 1935 abbandona il liceo di Paderborn per trasferirsi a Berlino, dove studia la lingua ebraica e si occupa dell’educazione al sionismo di un gruppo di giovani ragazze, avvicinandosi anche agli ideali del partito socialista.
Nel 1939, dopo aver terminato gli studi liceali, con una borsa di studio concessale dai rappresentanti della comunità ebraica, lascia Berlino alla volta di Gerusalemme.
La casa di famiglia di Paderborn viene rasa al suolo durante la Notte dei cristalli del novembre 1938.
In Palestina Jenny studia all’università ebraica di Gerusalemme, guadagnandosi da vivere con piccoli lavori domestici. Tuttavia, quando le truppe di Hitler cominciano l’invasione dei territori nordafricani, lascia Gerusalemme e entra a far parte di un gruppo di ebrei palestinesi dell’esercito britannico, lavorando soprattutto nel reparto infermeria. La rielaborazione letteraria di questa parte della sua vita avviene nel suo primo romanzo, Zypressen zerbrechen nicht, del 1961.
Quando nel 1946 lascia l’esercito, Jenny si iscrive a una scuola di educazione sanitaria e infine a un corso di assistenza per minori a rischio.
Nel 1946 è a Parigi e a Monaco per collaborare alle operazioni di rimpatrio degli ebrei esiliati durante la guerra o, al contrario, per aiutare quanti intendevano lasciare la madrepatria alla volta della Palestina.
L’aiuto e l’assistenza che Jenny Alony offre, quasi sempre gratuitamente, alla causa ebraica si comprende e giustifica nel momento in cui si considera che la sua intera famiglia, deportata dalle truppe naziste, aveva perso la vita nei campi di concentramento di Theresienstadt e Auschwitz. Alla loro memoria è dedicata, nel 1980, la raccolta di poesie In den Schmalen Stunden der Nacht.
Nel 1948 la scrittrice sposa l’ebreo Esra Aloni, anch’egli ritornato come lei dalla Palestina. Nel 1950 nasce la figlia Ruth.
Il suo primo ritorno a Paderborn dopo il 1935, avviene nel 1955, due anni prima di trasferirsi con l’intera famiglia a Ganei Yehuda, vicino Tel Aviv. Nel 1967, sempre a Padeborn, alla scrittrice viene conferito il premio culturale cittadino.
Dal 1963 e fino al 1981 Jenny Aloni lavora come volontaria in una clinica psichiatrica di Beer Yaakov.
Per molti anni la scrittrice fa parte del VdSI (Gruppo di scrittori di lingua tedesca in Israele), fondato a Tel Aviv dal giornalista Meir Faerber nel 1975. Grazie ai suoi testi in versi e prosa, scritti in momenti diversi della sua vita ma sempre in lingua tedesca, diviene una delle più popolari scrittrici tedesche della Palestina. Quasi tutti quelli nati e composti in Palestina trattano dei problemi di adattamento culturale, sociale e linguistico in una nuova patria e non in ultimo della necessità di una memoria che mantenga vivi gli orrori della storia.
È la scrittrice stessa, dal 1992, un anno dopo essere stata insignita del Premio Meersburger Droste-Preis e dell’Annette-von-Droste-Hülshoff Preis, a prendersi cura della sistemazione delle sue opere e del suo lascito letterario presso la biblioteca dell’Università di Paderborn.
Muore a Ganei Yehuda, in Israele, il 30 settembre 1993.
Opere
- Gedichte, poesie, 1956
- Zypressen zerbrechen nicht, romanzo, 1961
- Jenseits der Wüste, racconto, 1963
- Der blühende Busch, romanzo, 1964
- Die silbernen Vögel, racconti, 1967
- Der Wartesaal, romanzo, 1969
- In den schmalen Stunden der Nacht, poesie, 1980
- Die braunen Pakete, racconti, 1983
- Ausgewählte Werke 1933-1986, 1987
- „... man müßte einer späteren Generation Bericht geben“, 1995 (con Hartmut Steinecke)
- „Ich möchte auf Dauer in keinem anderen Land leben“, 2000
- „Ich muß mir diese Zeit von der Seele schreiben…“, 2006
Scelta bibliografica
▪ Becker, Sabine, Zwischen Akkulturation und Endkulturation. Anmerkungen zu einem veranchlaessigten Autorinnentypus: Jenny Aloni und Ilse Losa, in «Exilforschung. Ein internationales Jahrbuch», Band 13, Kulturtransfer im Exil, 1995, pp. 114-136.
▪ Jacobs, Wilhelm, «Die Unerwünschte» (zu Zypressen zerbrechen nicht), in «Sonntagsblatt», 1.12.1961.
▪ Kienecker, Friedrich/ Steinecke, Harmut, Aloni Jenny, Ausgewählte Werke, 1939-1986, mit Beiträgen zu Leben und Werk von Harmut Steinecke, Luise Pohlschmidt, Friedrich Kienecker, Margarita Pazi, Padeborn, 1987.
▪ Martelli, J.H., «Das Wort der Befreiung. Die Schriftstellerin Jenny Aloni», in «Allgemeine Wochenzeitung der Juden», 11.08.1967.
▪ Pazi, Margarita, Rezension zu In den schmalen Stunden der Nacht, in: «Neue Deutsche Hefte», 1981, Heft I, S.139-140.
▪ Romain, Lothar, «Eingesperrt zum Sterben» (zu Der Wartesaal), in «FAZ», 29.9.1969.
▪ Renneke, Petra, Das verlorene, verlassene Haus, Bielefeld, 2003.
▪ Schoppmann, Claudia (Hg.), Im Fluchtgepäck die Sprache. Deutschsprachige Schriftstellerinnen im Exil, Berlin, 1991.
▪ Steinecke, Hartmut (Hg.), Jenny Aloni, Paderborn, 1996.
▪ Id., Das Jenny-Aloni-Archiv der Universität Paderborn, Paderborn, 1996.
▪ Id. (Hg.), „Warum immer Vergangenheit?", Münster, 1999.
▪ Wall, Renate, Lexikon deutschsprachiger Schriftstellerinnen im Exil 1933- 1945, Gießen, 2004.
Sitografia
(foto: http://www.uni-paderborn.de )
Echi della Fremde