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Marķa Cecilia Barbetta

Argentina di nascita, classe 1972, María Cecilia Barbetta impara il tedesco già da bambina, frequentando le scuole tedesche di Buenos Aires. Dopo gli studi di Germanistica, consegue l'abilitazione all'insegnamento della lingua tedesca e nel 1996, grazie a una borsa di studio del DAAD giunge a Berlino per un periodo di studio e ricerca.
É proprio in Germania che consegue un dottorato di ricerca, al termine del quale decide di non fare ritorno in Argentina.
Lavora per un quinquennio a Francoforte sull'Oder dove insegna lingua spagnola come contrattista alla Europa-Universität Viadrina e, parallelamente, collabora con un museo berlinese che si occupa di mostre pedagogiche.
La sua attività di scrittrice comincia dal 2005 e numerose sono le borse di studio delle quali riesce a usufruire per potersi dedicare alla sua passione: nel 2006 quella del Berliner Senats, nel 2007 la borsa di studio Alfred-Döblin dell'Accademia delle Arti di Berlino. Nello stesso anno 2007, prende parte al laboratorio di scrittura organizzato dal Literarischen Kolloquiums di Berlino, al quale seguono dei soggiorni nella casa per artisti del castello di Wiepersdorf, in seguito nel villaggio degli autori di Schöppingen.
Nel 2008 pubblica il suo romanzo d'esordio: Änderungsschneiderei Los Milagros, insignito del premio letterario Aspekte e seguito, nel 2009, dall'Adelbert-von-Chamisso-Förderpreis e dal Bayern 2-Wortspiele-Preis. Il romanzo racconta di amore, desiderio e speranze disattese. Motivi e stile della narrazione ricalcano modelli latinoamericani di scrittura e affondano le radici nella tradizione del racconto e della telenovela, imprimendo alla narrazione una sorta di oscillazione continua tra atmosfere oniriche e realtà di vita quotidiana. La scelta di comporre il suo primo romanzo in lingua tedesca, rappresenta per l'autrice un modo di comunicare il suo amore per una lingua che l'ha accolta e che le consente - a differenza di quanto avviene con la sua lingua madre - di operare con le parole come se fossero oggetti e di usarle quindi come giochi da manovrare, manipolare, smontare e rimontare: "Wenn man über Gefühle redet oder schreibt, - dichiara in un'intervista - fällt es einem leichter in der Fremdsprache. Ich kann mich Buenos Aires durch die deutsche Sprache nähern, und ich kann mich zugleich von Buenos Aires distanzieren, weil Deutsch nicht meine Muttersprache ist. Für mich ist Deutsch vielmehr eine spielerische Sprache. Wörter in der Fremdsprache sind wie Dinge".
Nello spazio della parola, che come sempre si configura come una dimensione mediana, sospesa tra due mondi, la scrittrice riconosce anche il suo personale modo di interpretare il concetto di Heimat: "Ich bin dort beheimatet, - afferma in una seconda intervista concessa allo stesso settimanale «Die Zeit» - wo Argentinien und Deutschland sich berühren. Diese Stelle finden Sie aber auf keiner herkömmlichen Landkarte".

 

Opere (scelta)

  • Poetik des Neo-Phantastischen. Patrick Süskinds Roman "Das Parfum", saggio, 2002
  • Änderungsschneiderei Los Milagros, romanzo, 2008

 

Sitografia (scelta)
http://www.litchannel.tv/html/m_c_barbetta.html
http://www.zeit.de/online/2008/39/barbetta-interview
http://www.zeit.de/2009/37/Willemsen-Barbetta-37?page=1
http://www.bosch-stiftung.de/content/language1/html/23026.asp
http://www.daad.de/alumni/netzwerke/vip-galerie/lateinamerika/12785.en.html
http://www.perlentaucher.de/buch/30068.html
http://www.literaturport.de/index.php?id=28&no_cache=1&tid=243
http://wn.com/Interview_Maria_Cecilia_Barbetta
http://www.schauinsblau.de/maria-cecilia-barbetta/literarisches/das-phantastische-als-gefuhl-maria-cecilia-barbetta-im-gesprach/


( Foto: ©Paustian )


Scheda a cura di Stefania De Lucia