Natascha Wodin
Nasce a Fürth, in Baviera, l'8 dicembre 1945, ma le sue origini sono russo-ucraine. Natascha Wodin cresce in Germania in un campo per "displaced persons", come venivano chiamati i profughi di guerra e i sopravvissuti alla deportazione di massa. A causa dei forti traumi subiti dalla guerra, dalla dittatura e dalla deportazione del marito, costretto ai lavori forzati nell'allora Unione Sovietica, la madre di Natascha si suicida e la figlia, dopo essersi diplomata in una scuola di lingue, si guadagna da vivere lavorando per aziende che hanno contatti con la Russia. Alcuni gravi problemi psichici la costringono a rinunciare al lavoro. Incomincia allora a dedicarsi prevalentemente alle traduzioni letterarie dal russo al tedesco. Dagli anni '80 è attiva come scrittrice, e dal 1994 si stabilisce definitivamente a Berlino.
Dal 1994 al 2002 vive con il marito e poeta, recentemente scomparso, Wolfgang Hilbig. La relazione tra i due è molto complicata e, solo dopo la morte di lui, Wodin riuscirà a rielaborarla attraverso la scrittura. Fra le righe del suo ultimo romanzo, Nachtgeschwister, pubblicato nel 2009, si può leggere tutta la passione e l'ossessione di una donna che si innamora di un libro di poesie e che fa di tutto per trovarne l'autore; ma la realtà purtroppo si rivela radicalmente diversa dal mondo forte, luminoso, oscuro, doloroso e bello dei versi del poeta, che è troppo preso da se stesso, ha problemi di alcolismo, passa le notti a scrivere e non riesce a stabilire un contatto con la sua compagna. Disperazione, solitudine e morboso senso di dipendenza si alternano in questo libro che, tuttavia, raccontato con la carica passionale dell'autrice, resta un romanzo che indiscutibilmente parla di amore.
Il Leitmotiv che percorre le opere di Natascha Wodin è il rapporto con l'estraneità, che si collega ovviamente al tema della mancanza di un luogo fisso in cui riconoscersi e all'impasto tra due culture - e due lingue - differenti. La solitudine dell'essere umano e il senso di non appartenenza a luoghi o persone sono per la scrittrice condizioni primordiali dell'esistenza, a cui nessuno può sfuggire. L'estraneità è allora prima di tutto esperita nei confronti di se stessi, e poi nei confronti dell'altro (inteso come individuo o luogo in cui stabilirsi). L'esperienza biografica di Wodin, Russenkind, vissuta nel cono d'ombra provocato dalla guerra e dalle dittature, non può che acuire il rapporto problematico con il mondo esterno, dai cui meccanismi l'autrice si sente esclusa.
Opere (scelta)
• Die gläserne Stadt, romanzo, 1983
• Das Sprachverlies, poesie, 1987
• Einmal lebt ich, romanzo, 1989
• Erfindung einer Liebe, romanzo, 1993
• Die Ehe, romanzo, 1997
• Das Singen der Fische, racconti, 2001
• Nachtgeschwister, romanzo, 2009
Traduzioni in italiano
• Avrò vissuto un giorno, 1995 (trad. di P. Albarella)
Bibliografia (scelta)
• Suren, Katja, „Am liebsten habe ich Geschichten mit Menschen, die essen oder gekocht werden". Zur vermeintlich einigenden Kraft des Essens bei Natascha Wodin und Aglaja Veteranyi, in C. Lillge, Claudia/A. Meyer (a cura di), Interkulturelle Mahlzeiten. Kulinarische Begegnungen und Kommunikation in der Literatur, Bielefeld, Transcript-Verlag, 2008.
• Id., Ein Engel verkleidete sich als Engel und blieb unerkannt: Rhetoriken des Kindlichen bei Natascha Wodin, Herta Müller und Aglaja Veterany, Dissertation, Universität Paderborn, 2010.
Sitografia (scelta)
http://de.wikipedia.org/wiki/Natascha_Wodin
http://www.literaturport.de
http://www.perlentaucher.de/buch/32227.html
http://www.tagesspiegel.de/kultur/literatur-alt/das-verriegelte-gesicht-natascha-wodin-erzaehlt-von-ihrer-liebe-zu-dem-dichter-wolfgang-hilbig/1541408.html
http://www.bosch-stiftung.de/content/language1/html/14856.asp
http://www.zeit.de/2009/26/Nachtgeschwister
http://www.badische-zeitung.de/literatur-rezensionen/die-hoelle-sind-nicht-die-anderen--16182870.html
(Foto: © Georg Pöhlein)
Scheda a cura di Raffaella Mare