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May Ayim

Sylvia Brigitte Gertrud Ayim, soprannominata May sin dalla prima infanzia, nasce ad Amburgo il 3 maggio 1960 da madre tedesca e padre ghanese. Il padre, Emmanuel Ayim è uno studente giunto in Germania per completare i suoi studi di medicina. La bambina, abbandonata dalla madre, viene affidata a una casa famiglia già da piccolissima e in seguito viene adottata dalla famiglia Opitz, che la lascia crescere con i suoi figli naturali a Münster.

Il tema dell' abbandono da parte della famiglia insieme a quello della rigida educazione impartitale dalla famiglia Opitz - che non disdegnava la violenza per correggere certi suoi atteggiamenti ritenuti ribelli e provocatori - ritornano spesso nella sua poesia e nelle sue stesse testimonianze autobiografiche, dalle quali emerge già chiaramente quanto fosse intenso, già nella sua adolescenza, il desiderio di morire. 

All'età di 19 anni, a causa del mancato rispetto dell'orario di coprifuoco impostole dalla famiglia adottiva, la poetessa viene mandata via da casa (i genitori adottivi negheranno sempre che questo sia mai accaduto, replicando che quella di andare via sia stata una scelta di May stessa). Nello stesso anno 1979, Ayim consegue il diploma di maturità con una qualifica di infermiera. Sempre a Münster, la città dove è cresciuta, intraprende gli studi universitari di germanistica e scienze sociali, ma li interrompe in seguito a un viaggio in Israele ed Egitto. Tornata in Germania si trasferisce a Regensburg dove si iscrive all'università per studiare psicologia e pedagogia. Durante gli anni universitari si reca nuovamente in Israele e in Africa, prima a Nairobi e poi in Kenya, dove prova a riallacciare il suo rapporto con il padre naturale.
Nel 1984 la scrittrice discute una tesi di laurea dal titolo Afro-Deutsche. Ihre Kultur- und Sozialgeschichte auf dem Hintergrund gesellschaftlicher Veränderungen, parzialmene pubblicata in una miscellanea di saggi l'anno successivo. Nello stesso anno 1986 diviene co-fondatrice del comitato Schwarze Deutsche, che testimonia del suo interesse per la causa dei diritti e delle condizioni degli africani in Germania.
Nel 1986 si reca per la prima volta in Ghana, il paese di suo padre, dove questi era tornato solo pochi mesi prima. May fa visita al villaggio paterno, rincontra il padre e fa la conoscenza del nonno ottantenne, che le dà il benvenuto nella famiglia.
Nonostante la calda accoglienza e il senso di appartenenza che l'incontro con la famiglia paterna aveva risvegliato in lei, May Ayim torna in Germania per ripartire subito dopo alla volta del Brasile, di Cuba e in seguito del Senegal. Ritornata in Germania, riprende nuovamente gli studi, questa volta per specializzarsi in terapia del linguaggio. La sua tesi di laurea, dal titolo Ethnozentrismus und Sexismus in der Sprachtherapie, discussa nel 1990, combina i suoi nuovi studi con quelli precedentemente conclusi. Negli anni seguenti Ayim lavora come terapista del linguaggio sia presso una scuola pubblica che da libera professionista.
Grazie a una borsa di studio elargitale della Freie Universität di Berlino, Ayim si reca in Sud Africa per un soggiorno di studio e ricerca. Al suo ritorno a Berlino ricopre degli incarichi di docenza presso l'Alice Solomon School for Social Work and Social Pedagogy, la Freie Universität e la Technische Universität. È in questi stessi anni che sceglie di usare il cognome paterno come pseudonimo per la sua opera letteraria, che si orienta prevalentemente verso la scrittura poetica.
Nel 1992, sempre a Berlino, intraprende un dottorato di ricerca in pedagogia presso la Freie Universität sul tema Ethnozentrismus und Rassismus im Therapiebereich. Anche durante gli studi dottorali non abbandona il suo impegno per la causa degli africani in Germania, e partecipa come speaker a numerose conferenze. A riconoscimento del suo impegno in questo ambito, le giunge l'invito a partecipare a una tavola rotonda europea sui diritti umani e le politiche culturali europee promossa dal consiglio europeo e dell' UNESCO.
L'impegno di studio, i viaggi, il lavoro e la creatività poetica cominciano, negli anni, a minare in modo preoccupante le condizioni psico-fisiche dell'autrice. Dopo aver mostrato segni di forte squilibrio mentale, il crollo del suo generale stato di salute, nel 1996, la costringe al ricovero. Nonostante le cure continue, le sue condizioni generali non accennano a migliorare e, in preda a una galoppante sensazione di disagio, solitudine e disperazione, May Ayim si suicida, gettandosi dal tredicesimo piano di un palazzo di Berlino - nel quartiere di Kreuzberg, dove abitava - il 9 agosto dello stesso anno 1996.

 

Opere (scelta)

Farbe Bekennen. Afro-deutsche Frauen auf den Spuren ihrer Geschichte, saggio, 1986 (a cura di Katharina Oguntoye e Dagmar Schultz)
Blues in Schwarz-Weiß, poesie, 1996
Nachtgesang, poesie, 1997
Politische Texte, Momentaufnahmen und Gespräche, miscellanea di materiali, 1997
Grenzenlos und unverschämt, miscellanea di materiali, 2002
• ... aus dem Inneren der Sprache, antologia, 1995 (con Bahman Nirumad e José F. A. Oliver)
Entfernte Verbindungen. Rassismus, Antisemitismus, Klassenunterdrückung, raccolta di saggi, 1999, (con Ika Hügel, Chris Lange)


Bibliografia (scelta)

Berger, Astrid, "Sind Sie nicht froh, daß Sie immer hier bleiben dürfen?", in K. Oguntoye/M. Opitz/D. Schulz (Hg.), Farbe bekennen: Afro-deutsche Frauen auf den Spuren ihrer Geschichte, Fischer, Frankfurt am Main, 1997, pp.115-120.
Rieger, Marie A., Il filtro del colore: la scrittrice afro-tedesca May Ayim, in E. Thüne/S. Leonardi, I colori sotto la mia lingua, Aracne, Roma, 2009, pp.171-187.
MacCarroll, Margaret, May Ayim: A woman in the margin of German Society, Thesis , The Florida State University, Spring Semester 2005.
Michaels, Jennifer E., Multi-Ethnicity and Cultural Identity. Afro-German Women Writers' Struggle for Identity in Postunification Germany, in A. Fuchs/M. Cosgrove/G. Grote, German Memory Contests. The Quest for Identity in Literature, Film and Discourses since 1990, Camden House, Rochester NY, 2006, pp.209-228.
Poikāne-Daumke, Aija, African Diasporas. Afro-german Literature in the Context of the African American Experience, Lit, Münster, 2006, pp.55-62.

 

Sitografia (scelta)

http://www.afritopic.com/afritopic-may-ayim-award.htm

http://www.txt.de/blau/blau_16/texte/ayim.html

http://www.twn.org/record.cgi?recno=306

http://www.buchentdeckungen.de/blog/2010/06/30/als-afrodeutsche-schriftstellerin-ist-may-ayims-auch-heute-noch-manchen-verhasst/

http://attentionandrespect.blogspot.com/2010/07/summertime-may-ayim-poetin-zwischen-den.html

http://www.anthologie.de/lg-007.htm

 

(Foto:http://www.az.com.na/images/Seite-1---Mitte-May-300x400.jpgl )

 

Scheda a cura di Stefania De Lucia