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Tzveta Sofronieva

Tzveta Sofronieva è una scrittrice di origine bulgara, autrice di poesie, racconti e saggi, nonché di numerosi contributi in antologie e giornali. Nasce nel 1963 a Sofia, città in cui vive con la famiglia e studia fisica. Dopo la laurea continua la sua formazione studiando storia dell'economia, e nel frattempo partecipa al Poetry Master Class di Joseph Brodsky. Trascorre molto tempo all'estero (USA, Canada, Inghilterra) per vari soggiorni di ricerca, e dal 1993 al 2000 lavora come corrispondente di Radio Free Europe a Berlino, città in cui oggi vive.
Sofronieva pubblica le sue opere in bulgaro, inglese e tedesco, e ha ricevuto moltissimi riconoscimenti: nel 1988 viene insignita del primo premio per la poesia dalla Bulgarian Academy of Sciences (BAS), nel 2009 del prestigioso Adelbert-von-Chamisso-Preis. Riceve anche importanti borse di studio che le permettono di continuare a pubblicare le sue opere, come per esempio quella dell'Akademie Schloss Solitude di Stoccarda (1996), e di Villa Aurora di Los Angeles (2005). Nel 2010 Sofronieva è Author-in-Residence per il Max-Planck-Institut di Berlino.
Le sue prime poesie interamente in tedesco vengono pubblicate sulle riviste «Akzente» e «Manusckripte» nel 2007. E' impegnata anche nel progetto di Web Streaming Poetry: nel 2010, infatti, pubblica l'antologia multilingue 119 web streaming, che è collegata anche ad un portale web, e che ha la sua ragion d'essere nell'interazione culturale, mediale e disciplinare tra scienza, formazione e letteratura.
A metà degli anni '90 intraprende l'opera Verbotene Worte, un insieme di progetti accademici e letterari che hanno come tema di base il plurilinguismo e l'idea della memoria delle parole. La genesi di Verbotene Worte ha radici profonde nella cultura poliglotta di un'autrice come Sofronieva, da sempre molto attenta al confronto costruttivo fra le lingue straniere: a questo proposito è lei stessa che racconta di come molte parole per lei indispensabili nel discorso quotidiano in bulgaro diventassero pericolose nel contesto tedesco della Germania appena riunificata. Parole come Heimat, Seele, Trost, Begabung, Gott suonavano quantomeno sospette, schiacciate dal peso di anni terribili di storia nazista e di falsi ideologismi. E' proprio dal confronto con la lingua tedesca che Tzveta Sofronieva comincia a pensare anche ad altre parole che in altre lingue erano per così dire "proibite"; da qui l'idea di collaborare ad un progetto di maggior respiro che inglobasse più lingue e culture. L'idea è quella che i "limiti" culturali e storici che una lingua impone ai suoi parlanti possano essere superati e compensati dalla conoscenza di altre lingue in un confronto che è sempre produttivo e creativo, e che miri alla costruzione di ponti di collegamento fra le letterature di tutto il mondo.

 

Opere (scelta)
Chicago Blues, poesie, 1992
Gefangen im Licht, poesie, 1999
Verbotene Worte, poesie, saggi e racconti, 2005
Frau T., racconto, 2006
Eine Hand voll Wasser, poesie, 2008
Drei Frauen, poesie, 2009
119 webstreaming poetry, poesie, 2010
Diese Stadt kann auch weiß sein, racconti, 2010

 

Bibliografia (scelta)

Hippe, Wolfgang / Franz Kröger [Bearb.], inter.kultur.politik. Kulturpolitik in der multiethnischen Gesellschaft. Dokumentation des 2. Kulturpolitischen Bundeskongresses am 26. und 27. Juni 2003 in Berlin, Edition Umbruch, Bonn, 2004.

Kramer, Andreas/ Röhnert, Jan, Literatur- Universalie und Kulturspezifikum, in A. Kramer/J. Röhnert (Hg.), Literatur- Universalie und Kultur(en)spezifikum, Universitätsverlag, Göttingen, 2010, pp.6-14.

Wrighr, Chantal, The Water under the Bridge: Tzveta Sofronieva's Der alte mann, das Meer, die Frau, in E. Agoston-Nikolova, Shoreless Bridges. South East European Writing in Diaspora, Rodopi, Amserdam/New York, 2010, pp.97-116.

 

Sitografia (scelta)

http://www.tzveta-sofronieva.de/
http://www.bosch-stiftung.de/content/language2/html/23020.asp
http://www.novinki.de/html/vorgestellt/Portrait_Sofronieva.html
http://www.aracneeditrice.it/Pdf/2592.pdf

 

(Foto: © Robert Bosch Stiftung)

Scheda a cura di Raffaella Mare